Marco Granelli

Con Italia Nostra a Porto di Mare

Stamattina dalla 10.00 ho partecipato per un tratto alla passeggiata a Porto di Mare con Italia Nostra e tanti cittadini. Un giro nell’area che è stata abbandonata per decenni e ora il Comune ha affidato a Italia Nostra per trasformarla in un grande parco. I primi segni si vedono. Grazie a tutti quelli che ci stanno lavorando: operatori, volontari e anche alla Polizia Locale, Polizia di Stato e Carabinieri. Il primo lavoro è recuperare i rifiuti dispersi in lunghissimi anni e poi riforestare e presidiare perchè non si torni indietro. Ricordo ancora i primi giri che ho fatto in questi luoghi nel 2011 e 2012 insieme a Lucia Decesaris allora assessore all’urbanistica della Giunta Pisapia, Loredana Bigatti allora presidente del Consiglio di Zona 4, la Polizia Locale con il comandante Mastrangelo, e Stefano Bianco allora presidente del Comitato S.Giulia che insieme ai suoi mi scrivevano e messaggiavano ogni sera per i fuochi e i fumi che si vedevano nell’area, dirigenti e funzionari del Comune. L’area abbandonata era diventata una città dell’illegalità.

Ci vivevano e lavoravano circa 500 persone, che gestivano abusivamente e illegalmente diverse attività: la raccolta e rivendita dei bancali di legno, la raccolta e abbandono nei laghetti delle batterie di auto, il recupero del rame dai cavi rubati, che venivano bruciati per togliere la plastica, la raccolta e abbandono nei laghetti di copertoni di auto e liquidi di ogni genere. Con Polizia Locale nucleo ambiente sono state fatte indagini, sostenute dagli esposti dei cittadini del Comitato S.Giulia, e si è riusciti a condannare, con il Comune di Milano parte civile, le persone che governavano e lucravano su queste attività, sfruttando tante persone giovani che provenivano dalla Romania, e con la connivenza di aziende italiane che invece che scaricare rifiuti secondo le procedure si avvalevano per risparmiare di questi farabutti. Nello stesso tempo si è provveduto a sgomberare i tre insediamenti abusivi e tutte le circa 500 persone che vi vivevano. Poi si è messo in sicurezza e si è sorvegliato, perchè l’area non fosse rioccupata. E negli ultimi anni insieme alle Forze di Polizia e alla Prefettura si sta lavorando per il lato del cosiddetto bosco della droga vicino alla stazione di Rogoredo. In questi anni si è smontato un sistema che si era appropriato di una zona di Milano, grazie agli anni in cui in Comune di Milano all’assessorato alla sicurezza c’era De Corato, che però aveva tollerato queste cose e le aveva lasciate consolidarsi. Ora si deve restituire questi luoghi alla città come si è fatto poco più a sud con il parco della vettabbia. E per farlo abbiamo deciso di ingaggiare Italia Nostra esperta in queste operazioni, e con gli atti dell’assessorato di Pierfrancesco Maran affidare loro l’area e incominciare a costruire il Parco.

E già i primi segni si vedono: un nido di un picchio e un bellissimo fagiano, incontri che segnano il cambiamento. Così si cambia la città, con il lavoro convergente delle istituzioni, delle associazioni delle Forze di Polizia e dei cittadini: insieme per Milano. Grazie.

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