Marco Granelli

Comitato Sicurezza con il Ministro Lamorgese: più forze di polizia e carabinieri in strada

Comitato Sicurezza con il Ministro Lamorgese ieri a Milano. I primi risultati: 255 uomini e donne di Polizia e Carabinieri per la città di Milano e altri nei Comuni della città metropolitana, il mantenimento dei 611 militari; un impegno per aiutare ad arrivare ad una piattaforma di 5.000 telecamere. Con i primi 240 nuovi vigili che saranno assunti dal Comune di Milano entro l’autunno 2022 significa 500 persone in più in strada per la sicurezza.

C’è chi urla e chi prova a costruire risposte concrete per non lasciare soli cittadini, famiglie e imprese. E poi una stretta collaborazione istituzionale tra Prefetto, Questore e Sindaco, con il collegamento con il Ministero per sostenere iniziative particolari specifiche nei momenti di maggiore impegno. E quindi ora al lavoro, con una marcia in più, nelle strade della città.

È stata però anche un’occasione di riflessione sulla situazione delle vere emergenze: le violenze sulle donne e il rapporto della città con i giovani, perché nelle cronache e nell’attività della Polizia Locale, delle Forze dell’Ordine, della magistratura, si incrociano sempre più giovani, italiani, stranieri di prima o seconda generazione che, provati da due anni di pandemia, dalle difficoltà di relazione con il mondo adulto e del lavoro, dal una cultura del consumo a tutti i costi, dell’abuso di alcol o del consumo di sostanze e della sopraffazione dell’altro generano irresponsabilità, aggressività e violenza.

Dobbiamo parlare con i giovani, dialogare con loro, mettere le basi di una città che sia la loro e che loro sentano come la città del loro futuro e dei loro sogni, del loro impegno, per la quale fare sacrifici e investire, perché dobbiamo ricordare a tutti noi che per realizzare i sogni bisogna metterci fatica, passione, impegno e tempo.

Dobbiamo agire con più risorse, più prevenzione, più sfide educative, dove gli adulti insegnino con l’autorevolezza dell’essere testimoni (come ci dicevano i padri dell’educazione). E su questo dobbiamo bussare alla porta di Regione Lombardia che metta risorse e non tagli i servizi sociosanitari e sociali essenziali per questa sfida. Un piano di risorse, strutture, servizi per e con i giovani, a partire dalla scuola, dallo sport e dalla musica.

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