Marco Granelli

Autorizzati a pensare

Il discorso dell’arcivescovo Mario Delpini alla città: autorizzati a pensare. Una sferzante critica alla rincorsa delle pretese e del consenso immediato, costruito sulle emozioni e sugli slogan. La chiamata a riflettere, dialogare, pensare e costruire il bene comune, con la responsabilità di ciascuno. Un invito al dialogo tra istituzioni, cittadini, rappresentanze, centri di pensiero e ricerca come università e accademie, per il bene della città, della comunità. per me e altri che hanno responsabilità amministrative e politiche è un invito forte e chiaro, da approfondire e portare avanti.

Mons. Delpini parte da una constatazione: “Ciascuno si ritiene criterio del bene e del male, del diritto e del torto: quello che io sento è indiscutibile, quello che voglio è insindacabile.” Un indirizzo concreto: “La partecipazione e la corresponsabilità per il bene comune crescono, a me sembra, se si condividono pensieri e non solo emozioni, informazioni obiettive e non solo titoli ad effetto, confronti su dati e programmi e non solo insulti e insinuazioni, desideri e non solo ricerca compulsiva di risposta ai bisogni.” Lo dice chiaramente: dividere e distruggere, crea danni che poi è difficile risanare. “Ci è congeniale la coscienza che le spaccature che dividono sono ardue da ricomporre, che le offese che feriscono sono dure da guarire, che le informazioni scorrette che squalificano sono difficili da rettificare.” Una proposta chiara. “La ragionevolezza che si può anche chiamare buon senso, l’intelligenza e la competenza che possono maturare in saggezza, una disposizione alla stima vicendevole che si può ritenere fondamentale per una convivenza serena possono creare consenso con argomentazioni, danno forma ad alleanze tra le forze in gioco che presuppongono l’affidabilità delle persone e delle organizzazioni che vi convergono.”

E nel suo discorso entra nel concreto chiedendo a tutti di pensare, di contrastare le procedure esasperanti, di educare alla cittadinanza, di fare educazione civica, a partire dalla nostra Costituzione, propiziare il pensiero condiviso e il confronto dialettico.

A me questo potrà aiutare nella mia azione amministrativa e politica, come assessore nel dialogo costruttivo con i cittadini, e nel mio agire politico nel ricostruire il Partito Democratico. Ora bisogna riflettere e agire. Grazie al nostro arcivescovo: ha colpito nel segno; e il grande e spontaneo applauso del pubblico lo conferma.

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