Marco Granelli

Una riflessione su quello che il Seveso ci ha insegnato ieri

Quella di ieri 25 agosto 2018, è stata la 9° allerta meteo regionale del mese di agosto 2018 riguardante il Seveso: significa cioè almeno 9 giorni su 25 (circa 1 su 3, il 36%) in cui il sistema della Protezione civile è stato attivato, con personale presente al Centro operativo di Milano e al Centro funzionale di Regione Lombardia, ma anche presso Città metropolitana, AIPO e MM, a monitorare radar e livelli. E poi in diverse occasioni si sono anche attivate le squadre sul territorio: per Milano significa mediamente 2 squadre MM servizio idrico, 2 squadre di protezione civile, almeno 10-12 pattuglie della Polizia Locale, e poi gli equipaggi di AMSA, almeno 4. Senza esagerare significa avere in servizio straordinario circa 50 persone. E ogni allerta, giustamente presa sul serio, significa per i cittadini verificare l’evoluzione, essere pronti ad intervenire per spostare l’automobile, mettere le protezioni agli ingressi delle proprie abitazioni, negozi, cantine o box. Solo nel mese di agosto questo è capitato almeno 9 volte: del resto agosto è il mese dei temporali, e con i temporali del rischio bombe d’acqua come quella di ieri sera. E non sono allerta vane: a inizio luglio 2018 il Seveso era esondato ancora. Questa realtà continua ogni mese a creare costi per le Amministrazioni e quindi consumando risorse pubbliche e cioè dei cittadini, e costi, tempo e in qualche caso danni per i cittadini e le imprese dei quartieri di Milano come Niguarda, ma anche in qualche caso Isola.
Penso che tutti possano condividere che non si possa continuare così.

Per questo dal 2010, anno della grande esondazione che allagò anche la metropolitana, dall’estate del 2011 con l’esondazione di agosto, dal 2014 quando ci furono le due grandi esondazioni di luglio e novembre, si è lavorato per giungere ad una soluzione. E nell’autunno del 2015 il Governo, la Regione Lombardia, la Città metropolitana di Milano, AIPO, firmano, anche con il contributo del Comune di Milano, l’accordo di Programma di Italia Sicura. Per la prima volta, nel 2015, si giunge così all’approvazione congiunta di un progetto complessivo integrato e al suo finanziamento integrale: circa 146 milioni di €, di cui 116 del Governo, 20 del Comune di Milano, 10 di Regione Lombardia. Nel frattempo Regione aveva approvato un altro accordo territoriale per il potenziamento del canale scolmatore e per il miglioramento del sistema di protezione civile e allertamento meteo integrato, con 23,4 milioni di € solo per il canale scolmatore.
Un piano complessivo con la realizzazione di 4 vasche di laminazione (Lentate sul Seveso, Varedo-Paderno Dugnano, Senago, Parco Nord (Milano-Bresso), sistemazione di aree golenali (Carimate, Vertemate con Minoprio, Cantù), riqualificazione del tratto coperto del Seveso a Milano (cavo Redefossi), interventi di depurazione delle acque e di sistemazione del Fiume Seveso.
Dopo 3 anni si sono conclusi i lavori del potenziamento del canale scolmatore, si è migliorato il sistema di protezione civile e allertamento meteo, sono iniziati i lavori della vasca di Senago, sono stati approvati definitivamente i progetti della vasca di Lentate sul Seveso e delle aree golenali di Cantù e paesi limitrofi e quindi partiranno a breve le gare per l’affidamento dei lavori, siamo in approvazione del progetto esecutivo della riqualificazione del cavo Redefossi (tratto coperto del Seveso a Milano centro e sud). Per la vasca di Varedo-Paderno Dugnano si sta completando il progetto di bonifica dell’area, per poi procedere invece con la vasca. E’ invece bloccato il progetto della vasca di Milano-Bresso (parco nord) perché a luglio 2017 il Comune di Bresso ha fatto ricorso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri contro l’approvazione del progetto definitivo avvenuta il 28 giugno 2017. E quindi, dopo quasi 14 mesi siamo in attesa della decisione del Consiglio dei Ministri.
A Bresso dicono che la vasca sia inutile e pericolosa. Inutile non lo è proprio e lo ha dimostrato l’esondazione del 25 agosto: quando i temporali forti scaricano molta acqua in breve tempo e in un’area piccola che interessa solo quei 7 km. di fiume tra Palazzolo-Paderno Dugnano (appena a sud del punto dove il canale scolmatore prende le acque del Seveso) e Milano, tutta l’acqua arriva a Milano in via Ornato dove inizia l’interramento, lì si aggiunge l’acqua del “troppo pieno” del depuratore del sistema di fognature dei Comuni di Cormano, Bresso, Cusano Milanino, Cinisello Balsamo, Sesto S.Giovanni (in condizioni di temporali almeno 10-12 mc/secondo, cioè il 25% di quanto contiene il canale coperto sotto Milano.) Quindi anche se il canale scolmatore (e domani le vasche di Senago, Lentate, Varedo-Paderno) fanno il loro servizio e azzerano la portata a monte, l’acqua del temporale riempie il Seveso e lo fa esondare. Così è avvenuto il 25 agosto sera. Alle ore 20.00 circa, l’idrometro posto a Palazzolo, subito dopo lo scolmatore, a circa 36 km dalla sorgente del fiume Seveso, segnava cm. 22, ma a Milano via Ornato, solo 7 km dopo, con l’acqua del forte temporale e del “troppo pieno” del sistema fognario dei Comuni a nord di Milano, segnava cm. 212. Era la testa dell’onda di piena, difatti alla stessa ora a Milano via Valfurva, 2 km. dopo, l’idrometro segnava cm. 50. Esattamente 18 minuti dopo, alle 20.18, la testa dell’onda di piena raggiungeva in via Valfurva cm. 300, il livello di esondazione e quindi incominciava lì e poi subito dopo in piazzale Istria, ad esondare. Se ci fosse stata la vasca di Milano-Bresso, posta circa 300 metri prima di via Ornato, l’onda di piena avrebbe riempito la vasca, evitando l’esondazione.
E la vasca dalle ore 23.00 o 24.00 di sabato 25 agosto, ormai scesi i livelli si sarebbe potuta gradualmente svuotare, cosa che avviene in un tempo medio di circa 4-5 ore, poi sarebbe stata pulita (12-15 ore) e quindi la vasca sarebbe gradualmente tornata un laghetto con acqua pulita martedì 28 o mercoledì 29 agosto.

Ora comprendo che a nessuno piaccia pensare di vedere sotto la sua finestra un laghetto che mediamente un mese all’anno viene utilizzato per raccogliere le acque in piena, ma questo non giustifica rischiare 9 volte al mese di avere un’esondazione di un quartiere di una città, con disagi certi e tangibili per tutti. Ai cittadini che abitano nelle case vicino alla vasca bisogna garantire tutti i sistemi di protezione e il migliore e tempestivo funzionamento. A quei cittadini bisogna far conoscere le analisi fatte sui fanghi che il Seveso lascia, analisi che hanno già detto che si tratta di “rifiuto non pericoloso”. Ma questo non basta. A quei cittadini bisogna garantire che continueranno le azioni, già oggi in corso, per depurare le acque di quel fiume che già oggi scorre sotto le loro finestre, più vicino ancora della vasca, e che già oggi emana cattivo odore.
Se insieme facciamo le vasche, tutte, e insieme depuriamo il Seveso e incominciamo insieme a togliere le condutture che portano acqua nel fiume, come già fatto nel 2015 con la chiusura e spostamento del depuratore di Varedo, quei cittadini probabilmente nel giro di alcuni anni vedranno ridursi i giorni di utilizzo della vasca e soprattutto riusciranno ad avere sotto le loro finestre un fiume pulito e più tranquillo.

Penso che in queste settimane la dura realtà del nostro paese ci abbia detto con forza che non bisogna sottovalutare i rischi della natura e delle infrastrutture, e bisogna avere il coraggio, come istituzioni di decidere e di fare, senza aspettare. Il non decidere ha dei costi: i costi del sistema di allerta e di protezione civile, quelli pagati anche in questo mese di agosto 2018 con le 9 allerte, e i costi dei cittadini costretti a vivere con 9 allerte al mese, e a convivere con i danni delle esondazioni. Il non decidere, come si è fatto per 40 anni fino all’autunno del 2015, fa esasperare i cittadini, e aumenta i rischi. Quindi usiamo il nostro impegno, il nostro ingegno e il nostro tempo non per dire di no e bloccare, ma per migliorare i progetti e renderli più compatibili con la vita di tutti. Questo dobbiamo fare noi nelle Istituzioni, tutti insieme al di là dell’appartenenza politica, e lo chiedo a tutte le Istituzioni, e questo chiedo a tutti i cittadini.
Io sicuramente non intendo distrarmi un minuto, e spero che in molti, tutti, lo facciano, istituzioni e cittadini.