Dal 2011 al 2016, con la giunta guidata da Giuliano Pisapia, sono stato assessore alla Sicurezza e Coesione sociale, Polizia locale, Protezione civile e Volontariato. Ho provato a costruire una sicurezza che è bene comune e che sta insieme alla coesione sociale, per mettere ciascuno in condizione di vivere libero, rimuovendo gli ostacoli che ne limitano la dignità (come dice all’art. 3 la nostra Costituzione) facendolo sentire parte di una comunità coesa e non un individuo isolato in un mondo di lupi.
Con questi obiettivi abbiamo cercato di mettere in campo azioni quotidiane di prevenzione e contrasto alla delinquenza, al mancato rispetto delle regole e al degrado, lavorando ogni giorno con il Comandante della Polizia Locale e i suoi ufficiali per programmare e migliorare le azioni nei quartieri e nelle strade, cercando di arrestare scippatori e spacciatori (da 25 a 150 arresti all’anno tra il 2010 e il 2014), arrestando chi truffa gli anziani o costringe persone disabili o minori a mendicare, dando multe a chi non rispetta il codice della strada mettendo a rischio gli altri automobilisti, pedoni e ciclisti (diminuzione di più della metà di incidenti con feriti nelle strade con i nuovi autovelox), sgomberando chi occupa illegalmente aree ed edifici abbandonati e case popolari (nel 2014 sgomberate 280 aree e centinaia di appartamenti), denunciando chi abbandona rifiuti e deturpa la città e chi vende merce abusiva togliendo lavoro e competitività alle imprese e ai lavoratori onesti.
Non basta però lavorare da soli. Bisogna costruire una strategia d’azione con tutte le Forze di polizia e di soccorso che per legge e missione lavorano per la sicurezza dei cittadini: la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco… Per questo ogni settimana in Prefettura e poi in strada e nei quartieri ho lavorato con loro per decidere priorità, pensare norme e progetti, condividere azioni. Abbiamo aumentato il numero delle donne e degli uomini della Polizia Locale impegnati nelle strade e nel lavoro di contrasto e non in quello d’ufficio e incrementato la videosorveglianza passando da 1.200 a 2 mila telecamere in città (investendo 5 milioni di euro nei 4 anni del mandato) in modo da fare deterrenza e non lasciare impuniti i colpevoli.
Ma è indispensabile il coinvolgimento e il contributo dei cittadini, singoli e raggruppati in associazioni e comitati, e il coinvolgimento delle zone amministrative della città. Con loro abbiamo sperimentato servizi antidegrado nei quartieri e progetti di laboratori di coesione sociale con comitati e associazioni, con i cittadini, con gli adolescenti, a Gratosoglio, Concordia, Bovisa, Quarto Oggiaro, in via Padova. Inoltre abbiamo promosso incontri in tutti i centri anziani per spiegare come riconoscere e combattere le truffe distribuendo un vademecum. Se non torniamo a sentire nostre le strade, le piazze, i giardini, i muri delle case, le scuole ci troveremo invasi dal degrado: lasceremo solo ai poliziotti o agli operatori dell’AMSA il compito di prevenire, pulire e contrastare.
Ho sempre dedicato molto tempo ad ascoltare: incontrando il più possibile i Presidenti dei Consigli di Zona, i loro delegati alla sicurezza, i responsabili dei comandi zonali della Polizia Locale, con i dirigenti dei Commissariati e delle Stazioni dei Carabinieri dei quartieri della città. E con loro analizzato nel dettaglio i problemi dei singoli quartieri andando sul posto per trovare soluzioni possibili emetterle in pratica con tutte le professionalità del Comune, i volontari e coloro che collaborano in modi diversi al bene comune della città.
Un ruolo fondamentale per far vivere Milano è giocato dal volontariato. Per svilupparlo abbiamo realizzato le case delle associazioni e del volontariato aprendo uno sportello per aiutare le associazioni a cogliere le opportunità, a fare domande per eventi e manifestazioni, a noleggiare gratuitamente alcuni beni come gazebo, impianti voce, tavoli, sedie e arredi.
Un modello di sicurezza partecipata nel quale il Comune, le Forze di Polizia, i cittadini e le associazioni di volontariato concorrono per uno stesso obiettivo.
Ma occorrono anche regole e strumenti nuovi. Insieme ai miei colleghi di altre città come Torino, Firenze, Roma, Napoli, Bologna, Bari, e l’ANCI che rappresenta tutti i Comuni d’Italia, abbiamo elaborato un progetto di legge con veri e propri Patti ufficiali tra Sindaco e Prefetto delle grandi città e con strumenti per permettere alla Polizia Locale e alle Forze di Polizia di allontanare persone quando degradano la città, di arrestare coloro che fanno accattonaggio invasivo con modalità ripugnanti o vessatorie. E nello stesso tempo aumentare i minimi di pena per i reati della microcriminalità come il furto negli appartamenti, lo scippo e la rapina, permettendo così l’arresto con la carcerazione preventiva. E con un maggiore scambio di dati tra Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale. Grazie a questa esperienza posso dire che siamo sulla strada giusta, grazie all’aiuto di molti.
Di seguito alcune considerazioni su sei punti qualificanti del modello di sicurezza urbana che, con il mio assessorato, abbiamo portato avanti all’interno del mandato datomi dall’allora Sindaco Giuliano Pisapia.