Marco Granelli

Il trasporto pubblico a Milano è forte e vuole crescere. Ma servono risorse. Che ci sono: Regione Lombardia decida cosa vuol fare.

Il trasporto pubblico a Milano è un sistema riconosciuto efficiente, efficace e di qualità. E’ utilizzato per oltre il 60% dei movimenti che si svolgono in città ed è in continua crescita (+6% tra il 2017 e 2018). In 6 anni – dal 2012 al 2017 – i passeggeri in metropolitana sono aumentati del 10%: da 315 a quasi 350 milioni. In superficie i passeggeri/giorno sono 970 mila (stima 2017).
La sfida è quella di migliorare ancora, e soprattutto portare sul trasporto pubblico una parte significativa dei movimenti i chi quotidianamente si sposta dentro/fuori Milano: ossia il 46% dei movimenti complessivi dell’area metropolitana (quasi 6 milioni per 4 milioni di residenti in Città metropolitana e in Provincia di Monza e Brianza) .
Di quei movimenti di scambio dentro/fuori città il 58% usa l’automobile privata: il risultato è la congestione del traffico e l’inquinamento.
Noi vogliamo cambiare. E in fretta.
Per cambiare contiamo sugli investimenti infrastrutturali e su una società di qualità come ATM: un gioiello di Milano. Non vogliamo neanche lontanamente immaginare che un giorno possa diventare come sono oggi Trenord o Atac. Dovendo immaginare il sistema di trasporto del futuro prossimo dell’area metropolitana milanese, il nostro modello è quello oggi presente in città: quello di ATM.
Ma tutto questo non si improvvisa: è e deve essere frutto di investimenti infrastrutturali (come per le estensioni delle metropolitane), di investimenti in materiale rotabile (bus, tram, treni, il piano Atm Full Electric,…), di capacità degli amministratori e dei dirigenti e professionalità e dedizione dei lavoratori, di scelte tariffarie e di scelte di politiche di mobilità come Area C, sosta a pagamento, parcheggi di interscambio, percorsi e frequenze delle linee.
Vogliamo crescere anche sul sistema delle linee e frequenze: con questo fine con l’Agenzia del trasporto pubblico locale di Milano, Monza, Lodi e Pavia, lo scorso 10 gennaio 2019 abbiamo approvato il programma di bacino per i prossimi 7-10 anni con una ipotesi di +10% del servizio e un sistema tariffario rivoluzionario, con il biglietto unico: lo STIBM.

Ma qui abbiamo un problema: lo abbiamo presentato il 21 settembre 2018 a Regione e il 9 ottobre 2018 a tutti i Comuni, aziende, comitati di passeggeri, e siamo pronti per approvarlo in assemblea dell’Agenzia e farlo partire da aprile 2019. Ma Regione Lombardia non delibera l’intesa, e non sappiamo perché.

Noi però due cose le sappiamo bene:
1. il sistema che abbiamo pensato può permettere di fare un salto di qualità rivoluzionario perché cancella la miriade di titoli e abbonamenti incrociati e sovrapposti che un cittadino deve avere per circolare sui mezzi pubblici, sostituendo tutto questo con un unico titolo valido in tutta Città metropolitana e di Milano e Provincia di Monza e Brianza, con valori calcolati per corone attorno a Milano, abbonamenti scontati per giovani e anziani e un sistema finalmente più equo che riduce le differenze di costo tra Milano e i Comuni esterni alla città;
2. il nuovo sistema permette di recuperare annualmente 55 milioni di euro rendendo sostenibile economicamente il trasporto pubblico di tutta l’area metropolitana di Milano prendendo i soldi non dai pendolari e da chi usa periodicamente il trasporto pubblico (che anzi risparmieranno) ma da chi viene a Milano per brevi periodi e utilizza occasionalmente il trasporto pubblico.
E queste cose le hanno capite bene anche i 137 Sindaci della Città metropolitana di Milano e della Provincia di Monza e Brianza che hanno scritto a Fontana e a Sala chiedendo di partire subito.

Gestire il trasporto pubblico a Milano, Comune di Milano e prima cerchia dei Comuni, quello del contratto in essere tra Comune di Milano e ATM e del contratto tra Comune di Milano e M5, nel 2017 è costato 762,5 milioni di euro. Ed è stato pagato per il 50% dai cittadini con biglietti e abbonamenti, per il 36% da Regione e Stato, per il 14% da Milano e gli altri Comuni.
Servono altre risorse e noi abbiamo pronto un piano, ma Regione Lombardia non ci lascia partire.
A Regione chiederei perché in questi anni in cui Milano, ma ad esempio anche Brescia, ha realizzato metropolitane e metrotranvie, la percentuale di ripartizione del fondo regionale del trasporto è rimasta la stessa. Chiederei dove sono finiti i 24 milioni in più per il trasporto giunti in Lombardia da Roma nel 2018 a seguito delle norme approvate nel 2017 dal Governo Gentiloni: tutti sul ferroviario?
Regione Lombardia quindi scelga: o lascia partire il nuovo sistema tariffario, o ci metta annualmente i 55 milioni che servono a sostenerlo. Ma decida subito, abbiamo atteso molto, troppo.

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